Torna a Psicosomatica
I capelli fanno parte di quei peli detti “terminali”, che si distinguono da quelli chiamati “del vello”, che sono, rispetto ai primi, più corti, morbidi e sottili e praticamente invisibili data la mancata pigmentazione.
La fisiologia del capello, come quello dei peli in generale, prevede un ciclo vitale che si articola in tre fasi: anagen, catagen e telogen. La prima ha una durata variabile dai 2 ai 7 anni ed è la fase di crescita del capello, nella fase catagen, che dura circa tre settimane si arresta la moltiplicazione cellulare all’interno del bulbo, la fase di telogen, che dura tre mesi circa, interrompe qualsiasi attività riproduttiva e termina con la caduta del capello. Successivamente alla caduta la matrice provvederà a rientrare nella fase anagen ricominciando il ciclo naturale del capello.
La caduta dei capelli si manifesta quando nella fase anagenica del ciclo vitale di un capello la matrice sostituisce il capello caduto con uno di spessore inferiore o non lo sostituisce affatto. Le cause della caduta di capelli possono essere diverse: disfunzioni endocrine, squilibri a carico del sistema nervoso, carenze nutrizionali, infezioni microbiche, stress, disturbi emotivi, dermatosi, follicoliti batteriche, fattori ereditari e trattamenti radioterapici e\o chemioterapici.
Con il termine di calvizie s’intende la perdita irreversibile parziale o completa dei capelli. Le più comuni forme di calvizie sono la calvizie maschile e l’alopecia androgenetica. Per comprendere di che si tratta bisogna partire dal comprendere la fisiologia del capello.
Da un punto di vista ecobiopsicologico la caduta dei capelli può essere letta in chiave simbolica e quindi come espressione di un preciso disagio nella persona che ne è affetta. Se è vero che l’interpretazione di qualsiasi sintomo psicosomatico va declinata nella storia del soggetto che ne soffre, è possibile identificare dei significati simbolici generali nella caduta dei capelli. Per far questo è utile partire dal cercar di comprendere quale valore possono rivestire, a livello emotivo e simbolico i capelli.
I capelli hanno sempre avuto un significato importante nelle varie culture e religioni. Per fare alcuni esempi, lo sciamano porta i capelli lunghi e sciolti per pregare e, danzando, entrare in contatto con il soprannaturale, gli eremiti li lasciano incolti per testimoniare il loro distacco dal mondo materiale, monaci orientali e frati cristiani si rasano il capo come atto di sottomissione a Dio. Le peot, i lunghi capelli ai lati del volto degli ebrei ortodossi, sono in ossequio ad una prescrizione biblica. Tagliarsi i capelli è anche un modo di esprimere il lutto. Iside compì il gesto dopo aver saputo della morte di Osiride. Nell'antico Egitto, quando un ragazzo guariva da una malattia, la famiglia gli tagliava i capelli e li metteva su di una bilancia, quindi versava il corrispettivo in oro e argento ai custodi degli animali sacri. In Francia avere i capelli lunghi era un privilegio di re e di nobili.
In tutte le culture i capelli delle donne sono simbolo di seduzione. In Occidente le ragazze da marito portavano i capelli sciolti sulle spalle ad indicare uno stato libero, ma appena sposate dovevano tagliarli o legarli, per significare una mancanza di disponibilità sessuale.
Nella Chiesa Cattolica le suore e le monache hanno la proibizione assoluta di esporre i propri capelli.
Un riferimento che è ancora più evidente nelle culture islamiche, dove addirittura soltanto i mariti ed i familiari stretti, oltre a persone di sesso femminile, possono liberamente guardare i capelli della donna, che all'esterno della propria abitazione deve sempre uscire con la testa coperta, fino all'estremo del burga.
Conosciuto da tutti è, infine, il racconto di Sansone nell'Antico Testamento, che narra della forza divina di quest’ultimo e di come il segreto della sua forza risiedesse nei capelli, solo tagliandoli i filistei riuscirono a catturarlo.
Cosa rappresentano allora simbolicamente i capelli e che significato, a livello profondo, può assumere per un individuo la perdita dei propri capelli?
Il filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche considerava i capelli "come una leggera trama cui agganciare i propri pensieri spirituali, quasi fossero un filtro di separazione del materiale e dell'istintivo da quello che è spirito e anima".
Il taglio dei capelli, fino alla rasatura completa, ha sempre avuto, nella tradizione religiosa e culturale, il senso di sacrificio o anche di mutilazione di alcune virtù dell’essere umano, fino al significato estremo di perdita della propria identità profonda.
Possiamo affermare che i capelli hanno in sé delle qualità spirituali, rappresentano il contatto dell’uomo con il divino (in alcune culture i capelli dei bambini non si possono tagliare fino al compimento dei 2-3 anni di età), sono simbolo di energia vitale. La perdita dei capelli può essere legata ad un vissuto profondo di perdita, di lutto, che sia reale o percepita come tale, che comporta un desiderio inconscio di regressione al periodo in cui si era neonati, completamente dipendenti dalle cure materne (i neonati spesso sono completamente senza capelli). In questo senso, quindi vi potrebbe essere sotteso un bisogno di essere accuditi da un punto di vista affettivo.
Negli anni sono stati studiati molti interventi per combattere la calvizie, fino al trapianto o all'autotrapianto di capelli, ma nessuno di questi tiene in debita considerazione i fattori emotivi che possono precedere, come concausa, la perdita dei capelli, né tanto meno quelli che accompagnano e seguono la perdita dei capelli. Per una donna perdere i capelli è molto drammatico, mette in crisi la sua identità femminile, per gli uomini lo è meno, tanto è che molti accettano la loro nuova immagine in maniera più o meno rassegnata, ma cosa ne è dei loro vissuti profondi?
L’approccio ecobiopsicologico considera qualsiasi segnale del corpo portatore di un significato emotivo profondo, affinché il soma e la psiche possano essere in continua comunicazione, pre-requisito importante per il proprio benessere psicofisico.
dott.ssa Annalisa Bossoni - Psicologa Psicoterapeuta cell. 340.1586323 annalisa_bossoni@libero.it P.IVA 03598160988 C.F. BSSNLS87T51D284F Iscrizione all'albo degli Psicologi della Lombardia n. 03/16634